Equitalia e i limiti al pignoramento

Equitalia e i limiti al pignoramento

I Limiti che Equitalia deve rispettareEquitalia è da sempre lo spauracchio degli italiani.

A quasi tutti è capitato di ricevere le famigerate cartelle esattoriali per tasse non pagate o vecchie multe ormai dimenticate.

Se non si paga sono dolori perché scatta, automaticamente, l’azione esecutiva.

In questo modo Equitalia recupera le somme dovute, maggiorate di interessi e spese.

Di recente si è letto che Equitalia è stata abolita.

In realtà per gli Italiani poco è cambiato perché ha preso solamente il nuovo nome di Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Agenzia delle Entrate ha continuato a operare praticamente come prima.

Come tutti sanno con Equitalia non si scherza.

Trattandosi di debiti verso lo Stato e la Pubblica Amministrazione, non è possibile concordare la modalità di restituzione del debito.

Non è possibile nemmeno proporre un accordo saldo e stralcio.

Si può solo richiedere una dilazione di pagamento fino a 72 mesi (6 anni) ma il debito va comunque pagato per intero.

Per fortuna, però sono stati posti dei limiti ben precisi, a salvaguardia delle famiglie italiane.

Equitalia (o AdE-Riscossione) è tenuta a rispettare questi limiti e li vedremo uno a uno.

Le possibili azioni esecutive

  1. Prima di procedere però è necessario precisare quali sono le azioni esecutive che Equitalia può mettere in atto
  2. Pignoramento mobiliare: riguarda il sequestro di beni mobili registrati (quali auto, moto, barche) o non registrati (mobili, elettrodomestici, opere d’arte). A motivo della scarsa efficacia dell’azione questo strumento è caduto quasi in disuso quindi non ne parleremo
  3. Pignoramento presso terzi:è il vecchio pignoramento dello stipendio o della pensione oppure il pignoramento del conto corrente. È lo strumento più frequentemente usato
  4. Pignoramento immobiliare: è il più temuto da tutti, il pignoramento e il sequestro della casa

Pignoramento presso terzi

Pignoramento del reddito

Il pignoramento dello stipendio o della pensione consiste in una percentuale del reddito che viene trattenuta dal Datore di Lavoro o dall’Ente Pensionistico (di solito l’INPS).

Tale percentuale viene poi versata al creditore (in questo caso Equitalia).

Solitamente tale precentuale è del 20% ma nel caso di pignoramenti Equitalia è più bassa:

  • per redditi mensili fino a 2.500 € netti è del 10% (quindi se lo stipendio è di 1.400 € mensili la rata massima è 140 € )
  • per redditi da 2.500 € a 5.000 € la percentuale è di circa il 15%
  • per redditi oltre i 5.000 € è del 20%

Non possono essere trattenute somme ulteriori.

Inoltre se sul reddito gravano altre trattenute (quali altri pignoramenti o cessioni del quinto, il totale delle rate non può eccedere il 50%.

Per i pensionati c’è una tutela in più: può essere pignorata solo la parte di reddito che eccede la Quota Minima Vitale (approssimativamente 500 € ) aumentata del 50%.

Quindi può essere pignorata solo la parte di pensione che eccede 750 € .

Pignoramento del conto corrente

È una eventualità molto temuta ma al momento riguarda un numero molto modesto di persone. Equitalia ha infatti deciso di procedere con il pignoramento del conto corrente solo per gli utenti che hanno un reddito minimo mensile di 5.000 € .

Pignoramento immobiliare

Anche qui notizie relativamente tranquillizzanti:è difficile che Equitalia vi possa sfrattare di casa.

Un Decreto Legge del 2013 ha stabilito, infatti, che non gli è possibile procedere a esecuzione forzata (pignoramento e vendita all’asta) contro l’abitazione di residenza del debitore. Unica eccezione se la casa non sia catastalmente qualificata come abitazione di lusso.

Gli è invece possibile pignorare le seconde case (quelle dove non si ha la residenza) ma solo se il debito dovuto è superiore a 120.000 € .

Marco Benetti
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