La Delibera della Cessione del Quinto

Cos’è la delibera

Come avviene la delibera della tua
Cessione del Quinto


La Delibera di una pratica di Cessione del Quinto o di Delega è la procedura di accettazione della richiesta da parte dell’Istituto Erogante.

È un momento importante perché permette di avere la certezza che la pratica verrà erogata.

Ottenuta la delibera è possibile stampare i contratti di prestito che dovranno essere sottoposti alla firma del richiedente.

Nella valutazione di una pratica di Cessione del Quinto la Banca verifica una serie di parametri di varia natura e la delibera avviene solo se tutti questi parametri vengono rispettati contemporaneamente.

Alcuni sono relativi al contratto di lavoro in essere (rata massima, data di pensionamento, anzianità), altri al Datore di Lavoro (censimenti assicurativi) altri al richiedente (stato di salute, età, controllo del rischio sovraindebitamento) altri dalla Legge (durata massima, rispetto dei tempi minimi per il rinnovo).

La presentazione della pratica all’Istituto Finanziatore deve quindi essere preceduta da una serie di controlli da parte dell’Agente in Attività Finanziaria finalizzata a verificare che ogni parametro sia stato rispettato e che la pratica risponda quindi ai requisiti di Legge e a quelli richiesti dall’Istituto Finanziatore.

La cessione del quinto può essere erogata anche se il richiedente è segnalato in Crif perché ha ritardato il pagamento di qualche rata di prestito e anche a chi è stato protestato o pignorato.

Questa forma di prestito personale permette quindi di finanziare anche chi non è più considerato affidabile dal sistema finanziario ma questo non vuole dire che ogni dipendente o pensionato possa sempre ottenere il prestito.



Elenchiamo i parametri richiesti dalla Banca erogatrice

  • La rata massima: non può mai eccedere il 20% dello stipendio netto. Con questo termine si intende lo stipendio di base e occorre quindi escludere ogni componente variabile quali straordinari, turni, assegni familiari. Occorre escludere anche gli 80€ dati dal Governo Renzi.
    Nel calcolo, per contro, è possibile includere le mensilità aggiuntive quali la tredicesima e la quattordicesima. Ad esempio con uno stipendio netto di base di 1.000€ per tredici mensilità la rata massima verrà calcolata così:
  • 1.000 x 13 / 12 = 1.083,33 / 5 = 216,67€
  • La durata: va da un minimo di 36 mesi ad un massimo di 120. Nel calcolo della durata massima occorre considerare la data presunta di pensionamento perché per Legge la cessione del quinto deve terminare prima della data di messa a riposo.
    A questa regola fanno eccezione i dipendenti con contribuzioni ex INPDAP (i dipendenti pubblici e statali) perché in questo caso la rata verrebbe automaticamente trasferita sulla pensione
  • Le scadenze minime per il rinnovo: trascorso un certo numero di anni la cessione del quinto può essere rinnovata.
    Il rinnovo è un nuovo prestito che estingue quello precedente erogando nel contempo nuova liquidità al cedente. Solitamente il rinnovo della cessione comporta un allungamento del piano di ammortamento rispetto al prestito già in essere.
    Ad evitare rinnovi troppo ravvicinati la Legge impone dei tempi minimi che devono essere rispettati prima di procedere al rinnovo. La regola generale è che il piano di ammortamento deve essere stato pagato almeno nella misura del 40%. Una cessione del quinto decennale potrà quindi essere rinnovata solo dopo quattro anni mentre una di sette anni potrà essere rinnovata dopo circa 34 mesi. A questa regola fanno eccezione le cessioni di durata uguale o inferiore a 60 mesi (5 anni) che potranno essere rinnovate anche prima del 40% ma solo se il nuovo prestito è di 10 anni.
  • Il coefficiente assicurativo e il rapporto montante/TFR: ogni pratica di cessione del quinto deve essere assicurata contro il rischio premorienza e contro il rischio impiego. Quest’utimo rischio consiste nell’eventualità che nel corso del prestito il cedente possa perdere il posto di lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà (licenziamento, fallimento dell’azienda ecc.) oppure per propria scelta (dimissioni). Al fine di ridurre al minimo il rischio impiego le compagnie di assicurazione assegnano ad ogni Datore di Lavoro un “voto” rappresentato dal Coefficiente Assicurativo. Il numero è il risultato di una serie di fattori che vengono elaborati dalla compagnia.


  • A titolo di esempio entrano nel calcolo le dimensioni del soggetto giuridico (fatturato, numero di dipendenti), la sua natura (pubblico o privato), il settore merceologico in cui opera, la sua storia, i risultati economici degli ultimi anni ecc. Il coefficiente assicurativo è ovviamente massimo per gli Enti pubblici e statali (dove la possibilità di perdere il posto di lavoro è statisticamente quasi inesistente mentre è minimo per le aziende private di piccole dimensioni.
    Il Coefficiente Assicurativo assume la massima importanza nella fase di istruttoria della cessione del quinto per i dipendenti di aziende private perché in questo caso la cifra massima erogabile è rappresentata dal TFR lordo accantonato moltiplicato per il Coefficiente. Ad esempio un dipendente che ha maturato 10.000€ di TFR e che lavora per un’azienda privata con Coefficiente Assicurativo pari a 4 potrà richiedere un importo lordo massimo pari a 40.000€.
  • L’età del richiedente: per i dipendenti questa va valutata al fine di controllare che il prestito proposto rientri nei limiti pensionistici (con l’eccezione rappresentata dai dipendenti Pubblici e Statali).
    Nel caso dei pensionati, invece, il controllo dell’età è finalizzata al rilascio della copertura assicurativa rischio vita che può diventare problematico se la persona è troppo anziana. Attualmente le pratiche di cessione del quinto della pensione vengono assicurate solo se il finanziamento termina entro gli 85 anni di età.
  • Lo stato di salute: viene valutato al fine del rilascio della polizza rischio vita. Solitamente non viene richiesta alcuna documentazione medica ed è sufficiente una autocertificazione di buona salute ma nel caso di importi particolarmente elevati oppure in caso di età avanzata può essere richiesto la compilazione di un Rapporto di Visita Medica (RVM) da parte del medico di famiglia.
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