La situazione descritta è completamente fuori norma, a mio parere.
Riguardo ai pignoramenti sullo stipendio esistono regole ben precise che andrebbero sempre rispettate se la Giustizia Italiana fosse una cosa seria.
La realtà è che i giudici mantengono talvolta degli ambiti di discrezionalità amplissimi e che non mi so spiegare. E’ un modo cortese di dire che qualche volta fanno quello che vogliono senza curarsi delle conseguenze sulle persone.
Queste regole, in particolare, sono che tra cessioni, deleghe e pignoramenti non si dovrebbe mai superare il 50% dello stipendio netto. In casi molto particolari si può andare oltre ma solo a tutela degli interessi di soggetti fragili quali i figli o il coniuge senza redditi.
Nel caso del tuo conoscente ormai è fatta. Rilevo però che si tratta di una chiara situazione di sovraindebitamento “cronico” suscettibile, come tale, di tutela da parte della legge.
Quest’ultima è la L.155 del 2017 cd. “Salvasuicidi” che prevede la possibilità di intraprendere una azione legale di esdebitazione volta a soddisfare tutti i debitori, anche se solo parzialmente, attraverso l’addebito in busta paga di una sola rata sostenibile. Trovi maggiori informazioni su questa pagina GruppoMoney.it.
Professionisti del settore mi hanno confermato che funziona.
Marco Benetti